La Comunità Ecclesiale Territoriale 7

IL SENSO DI UNA IDENTITÀ E DI UNA APPARTENENZA

Il cammino che la nostra CET ha intrapreso è stato caratterizzato, innanzitutto, da momenti formativi in cui ci siamo interrogati e confrontati sul mandato che abbiamo ricevuto dal nostro Vescovo Francesco il quale con le sue parole in diverse occasioni ci è stato accanto e ci ha sollecitati ad assumere un atteggiamento profetico, uno sguardo lungimirante e una capacità di ascolto della vita che si manifesta nei diversi contesti e ritmi della quotidianità.

Accanto alla formazione, abbiamo iniziato ad incontrare alcune realtà vicine alle caratteristiche di ognuna delle nostre terre. Questi incontri ci hanno permesso di approfondire la nostra conoscenza, ma hanno anche fatto scaturire il desiderio di trasmettere ad altri la ricchezza delle esperienze presenti sul nostro territorio e, poco per volta, di realizzare il desiderio di mettere in pratica le finalità delineate nello statuto della CET, in particolar modo “di promuovere, alimentare ed elaborare il rapporto tra comunità cristiana e territorio, inteso come rappresentazione dei mondi vitali, istituzionali, sociali, culturali, relazionali, costituiti da ogni persona nella sua singolarità e nelle sue relazioni, nella speranza di generare insieme condizioni eforme di vita autenticamente umane alla luce del Vangelo” (art. 2 statuto).

In questo cammino in costante divenire un desiderio è stato quello di scegliere un modo per testimoniare la presenza della nostra CET e, simbolicamente, ci siamo identificati in un logo che ci consente di riconoscerci come terre esistenziali calate nel territorio e al contempo di trasmettere il senso della nostra identità e appartenenza. Uno dei significati attribuiti alla CET è di creare, coltivare, tessere e custodire relazioni tra i diversi attori di un determinato territorio. Ci sembra bello pensare alla peculiarità della Comunità Ecclesiale Territoriale come una paziente azione di tessitura raffinata, quindi il logo che abbiamo individuato rappresenta una tela preziosa e unica composta dalle tredici CET della Diocesi di Bergamo raffigurate da tredici colori differenti. La CET incarna il proprio servizio nelle cinque terre esistenziali che sono rappresentate da cinque fili dello stesso colore.

Come CET n° 7 ci sentiamo parte di una realtà più grande del nostro specifico territorio, quindi, abbiamo desiderato rappresentare l’intera Diocesi e ci siamo identificati in uno dei colori che compongono la tela. Abbiamo scelto il marrone, il colore della terra: etimologicamente, infatti,territorio deriva da “terra” ed ha lo stesso significato di uomo, cioè colui che è “procreato dallaterra”; il nostro desiderio, quindi, è di sentirci in ascolto del territorio e di metterci in gioco per creare una rete di solidarietà e di condivisione in risposta ai bisogni di coloro che vi abitano.

Nel territorio la storia è narrata e costruita da tanti attori e protagonisti, pertanto nella trama della nostra tela ci sono anche spazi bianchi proprio per indicare l’importanza di una stretta connessione tra le persone e le molteplici realtà presenti con l’intento di promuovere tra le stesse interazioni concrete. La convinzione è che, attraverso la costruzione e la cura di legami di prossimità, sia possibile realizzare una tela ricca di relazioni e di esperienze per testimoniare la nostra presenza come realtà ecclesiale incarnata nel desiderio di “Servire la vita dove la vita accade”(Lettera Pastorale di monsignor Francesco Beschi, 26 agosto 2020).

E da ultimo, ma essenziale, pensiamo che il significato più vero e profondo della nostra identità e della nostra appartenenza sia radicato nel simbolo della Croce collocata al centro della tela proprio per richiamare che il cuore, l’anima, della Comunità Ecclesiale Territoriale trova la sua natura nell’essere “luogo del riconoscimento e della partecipazione al Regno di Dio” (art. 2 statuto).

LAURA CEREDA

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